martedì 4 marzo 2014

Avviata class action contro il nuovo Isee


Da Fabiana Gianni, “il Fatto quotidiano” del 20 febbraio 2014

Una nuova class action per annientare i nefasti esiti che vivremo grazie all’approvazione del nuovo Isee. E’ partita una nuova iniziativa per portare in Tribunale un ricorso collettivo di disabili e famiglie. Purtroppo dobbiamo prendere atto che solo con le cause legali si riesce a vedere riconosciuto un diritto già previsto ma puntualmente disatteso.
Trovo davvero triste che noi famiglie da molti considerate addirittura privilegiate, dobbiamo inserire nelle varie voci del bilancio domestico quella di “spese legali”. Chi ci vuole far passare da ricchi a tutti i costi dovrebbe gestire ciò che eroga sulla propria pelle. E non è populismo, ma semplice concreta realtà.
Riporto un breve stralcio del ricorso che è estremamente chiaro e significativo:
«E’ stata una vera beffa – affermano dal comitato promotore della causa – ascoltare il presidente del Consiglio Letta annunciare questo provvedimento proprio il 3 Dicembre, giornata in tutto il mondo dedicata ai diritti dei disabili, e descriverlo come una normativa in favore delle persone con disabilità mentre è palese che, considerare i sostegni economici destinati a superare una condizione di gravissimo disagio quale un vero e proprio reddito, non possa che penalizzare ulteriormente famiglie già a concreto rischio di povertà.»
L’antefatto è rappresentato dall’art.5 del Decreto Salva Italia (DL n. 201, 6/12/2011) nel quale veniva rivoluzionato l’utilizzo dell’Isee ma soprattutto dal Decreto attuativo recentemente pubblicato in Gazzetta Ufficiale. In quest’ultimo sono stati infatti fissati gli elementi utili a fotografare la “ricchezza” delle famiglie, individuata anche nelle indennità di accompagnamento e nei sostegni economici per l’assistenza domiciliare alla persone non autosufficienti e che, all’interno del decreto incriminato, vengono considerati alla stessa stregua delle plusvalenze di Borsa o dei redditi d’impresa. Altro elemento preoccupante è l’aver cancellato il coefficiente di riparametrazione che precedentemente considerava il disagio delle famiglie con disabilità. Ma del resto è tutto il Decreto ad essere infarcito di iniquità, disattenzioni, inasprimenti, tanto da farlo stridere fortemente con le parole del Governo che hanno astutamente tentato di farlo passare per una norma in favore delle persone con disabilità.
Il ricorso verrà curato dal Prof Federico Sorrentino, noto costituzionalista e docente universitario, che invita gli aspiranti ricorrenti ad attivarsi il prima possibile in quanto i termini per poter impugnare la normativa scadranno entro brevissimo tempo.
A sostegno dell’iniziativa, predisposta in forma collettiva per ridurre la spesa che i ricorrenti dovranno affrontare per una causa di portata storica, e per fornire tutte le informazioni necessarie ai firmatari del ricorso, sono raggiungibili su internet il gruppo Facebook “STOP AL NUOVO ISEE” e il blog dove sarà anche possibile sottoscrivere online la propria adesione attraverso lo specifico modulo.
Aggiungo che forse dovremmo prevedere le spese legali per il riconoscimento dei diritti contro le discriminazioni siano detraibili. Almeno questo. Ma osservo con enorme frustrazione che moltissime famiglie ora ricche, non hanno mezzi per difendersi. La class action è una soluzione che stempera e riduce i costi, ma molti non hanno neanche la possibilità di pagare la singola quota.
E quanti altri ancor più deboli per motivi di isolamento, età, cultura rimangono fuori anche rispetto la possibilità di difendere i propri diritti e quelli dei loro cari.
Cerchiamo di dare voce a tutti e cerchiamo ognuno nel suo piccolo di trasferire queste informazioni. Che almeno si salvi il diritto all’informazione, che semplice e forse spicciola , può significare la differenza sostanziale per tanti.

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