domenica 13 dicembre 2015

Caro amico ti scrivo... ma tu non rispondi!

Maria Simona Bellini, presidente nazionale del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili, ha appena scritto al presidente del consiglio Matteo Renzi.
Salve Matteo,
sono trascorsi 57 giorni dalla lettera che ti abbiamo inviato lo scorso 8 Ottobre nella speranza che, visto che spesso affermi di rispondere a tutti, avremmo ottenuto almeno un cenno da parte tua.
E’ solo di pochi giorni fa la tua dichiarazione che assicurava che “dobbiamo tenere alta l’asticella dei diritti umani” ma a questo punto ci chiediamo se questo vale solo guardando all’estero o se il principio vale anche sul territorio del nostro Paese. Infatti è proprio di diritti umani che ti abbiamo parlato all’epoca senza che tu abbia dato la pur minima risposta relativamente a quanto ti abbiamo esposto.
Sappiamo che sei consapevole di che giornata si è celebrata ieri visto che hai partecipato con un tuo intervento ad un incontro sul tema. Ci ha però sinceramente lasciato basiti che nonostante tu abbia asserito che sei perfettamente cosciente del fatto che del settore sociale fruiscono persone in carne ed ossa poi ti sia completamente smentito parlando di risposte date non alle persone con disabilità e ai loro Caregiver Familiari ma prevalentemente al Terzo Settore. Hai parlato di Associazioni che non hanno una sede, di Servizio Civile, di 5 per mille… Ma dove sono le famiglie con disabilità in tutto questo?
Evidentemente non siamo stati molto bravi a spiegarti come stanno veramente le cose nel mondo reale e continuerai a non comprenderlo almeno fino a che parteciperai ad incontri come quello di ieri, a numero chiuso ed esclusivamente con realtà associative selezionate. Le stesse di sempre, quelle che speravano di sentire da te proprio quello che hai detto. Certo che se continui a relazionarti solamente con loro, parimenti scollegati dalla vita reale proprio come le istituzioni, ti sarà difficile prendere contatto con la vera emergenza che vive il nostro Paese per quanto riguarda la disabilità.
Come suonano diverse dalle tue le parole del Presidente Mattarella: «In questa giornata un pensiero e' rivolto alle famiglie delle persone con disabilita', per il ruolo essenziale che svolgono nell'aiutare i propri cari a superare le barriere di ogni giorno e per il peso, emotivo e spesso anche economico, di cui sono gravate».
Percepisci la sottile differenza? Tu parli di denari rivolti al Terzo Settore mentre il Presidente parla di attenzione per le “persone”!
Ti ricordiamo inoltre che ieri ha avuto luogo anche un’altra circostanza, l’udienza al Consiglio di Stato al quale il tuo Governo è ricorso dopo la sentenza che aveva dato ragione alle persone e alle famiglie con disabilità contro il nuovo ISEE che ci penalizza in modo pesante ed incomprensibile in quanto considera come ricchezza quegli emolumenti, peraltro assolutamente insufficienti, nati invece proprio come sostegno alle maggiori spese che per la persona con disabilità è necessario sostenere. Così mentre tu assicuri il sostegno al Terzo Settore e il 5 per mille alle Associazioni come se questa fosse la vera soluzione, le persone con disabilità e le loro famiglie scivolano inesorabilmente nella povertà più assoluta pur essendo considerati più ricchi di prima.
Se vuoi veramente fare qualcosa per le persone con disabilità e per le loro famiglie comincia col far applicare le sentenze, che hanno considerato illegittimo questo nuovo ISEE nei confronti delle famiglie con disabilità. Sentenze immediatamente esecutive come ha anche recentemente ribadito il Consiglio di Stato non accettando la richiesta di sospensiva richiesta dal Governo ma che in modo veramente incomprensibile, da quasi un anno - con superficialità e disattenzione – il tuo Governo ignora. Non essendo stati portati elementi nuovi da parte vostra all’udienza di ieri, il Consiglio di Stato si pronuncerà molto probabilmente di nuovo a nostro favore ma nel frattempo lo Stato avrà fatto cassa proprio sui più deboli. Hai coscienza di quanti ricorsi, rimborsi e spese l’Italia dovrà affrontare? E nel frattempo state lasciando sulla vostra strada una scia di decessi che graveranno pesantemente sulle vostre coscienze di amministratori pubblici.
E infine, visto che ieri all’incontro di cui sopra era presente anche il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin ti ha informato di aver ricevuto una nota dal Parlamento Europeo che la invita a prendere efficaci provvedimenti in favore dei Caregiver Familiari per la tutela dei loro diritti fondamentali, primo fra tutti quello alla salute? O nemmeno le severe critiche provenienti da organismi sovranazionali riescono a scalfire le vostre coscienze?
Ed è veramente con rammarico che ci siamo visti costretti a ricorrere, contro il nostro Paese, anche alle Nazioni Unite perché imponga finalmente all’Italia la reale applicazione della Convenzione ONU per i Diritti delle Persone con Disabilità, legge italiana fin dal 2009, finora completamente ignorata in Italia sia riguardo le persone con disabilità che nei confronti di coloro che se ne prendono cura.
Aspettiamo nuovamente una risposta da parte tua chiedendoti espressamente un incontro nella speranza che l’Italia matrigna, che in questo momento tu rappresenti, volga finalmente lo sguardo verso una delle fasce di cittadini italiani più fragili in assoluto.
Alleghiamo, pro-memoria, la lettera che ti abbiamo scritto a Ottobre nella prospettiva che tu finalmente ci offra l’ascolto di cui siamo degni, sia come cittadini che come colonna portante del welfare italiano senza la quale il sistema imploderebbe inesorabilmente.
Nuovamente in attesa di tue notizie…
Maria Simona Bellini
Presidente Nazionale

Caro amico, ti scrivo...

L'8 ottobre 2015 Maria Simona Bellini, presidente nazionale del del Coordinamento Nazionale Famiglie Disabili inviava questa lettera al presidente del consiglio Matteo Renzi:

Ciao Matteo,
mi permetto un linguaggio informale, come piace a te, per creare subito un’atmosfera amichevole che, spero, ti aiuti ad entrare in empatia con la categoria di cittadini italiani che rappresento e di cui tu probabilmente ignori addirittura l’esistenza.
Nella lettera che hai inviato alla stampa europea lo scorso 24 Giugno hai affermato «Non rinunceremo a salvare nemmeno una vita, perché abbiamo sulle nostre spalle secoli di civiltà…». E’ vero, ti riferivi ai migranti ma immagino che il concetto possa essere considerato universale, giusto?
Ed è proprio per questo che ti scrivo, perché tu prenda coscienza del fatto che le persone con la più ridotta aspettativa di vita nei paesi occidentali, in Italia vengono del tutto ignorate e tenute dalle istituzioni nell’abbandono più assoluto. Si chiamano Caregiver Familiari e già il fatto che non esista una parola italiana adeguata la dice abbastanza lunga. Si tratta di persone che, davanti all’impossibilità di scelte appropriate e dignitose per i propri cari, si curano in ambito domestico di familiari non autosufficienti e senza soluzione di continuità. Ti prego non dirmi che sai di che si tratta perché non bastano la carezza ad un ragazzino disabile in un incontro pubblico o le relazioni che puoi leggere sull’argomento, stilate con la freddezza dei burocrati, per capire veramente la condizione in cui viviamo. Probabilmente i tuoi tecnici ti diranno che sono tutte balle, che ci sono leggi specifiche come la 104/92… ma cos’altro vogliono questi?! Peccato che il fatto che viviamo anche 17 anni di meno della normale popolazione lo abbia dimostrato un Premio Nobel, Elizabeth Blackburn. Peccato che le leggi vigenti tutelino (e nemmeno bene!) le persone con disabilità e non chi di loro si cura.
Cosa vogliamo? Qualcosa che nei Paesi civili viene considerato prioritario ed irrinunciabile: il rispetto dei nostri diritti umani. Sei sorpreso ed incredulo? Credi che questo non possa accadere in un Paese con alle spalle secoli di civiltà? Eppure avviene quotidianamente in Italia ed i Caregiver Familiari vivono per lo più privi di qualsiasi sostegno istituzionale e pertanto non possono accedere al diritto al lavoro, al riposo, alle relazioni sociali, alla realizzazione personale ma, soprattutto, al diritto alla salute, impossibilitati a curarsi per poter curare!
Non sarebbe così difficile affrontare questa grave emergenza sociale se solo giungessero al Governo informazioni corrette sulla reale situazione dei Caregiver Familiari. Infatti le Istituzioni pubbliche italiane, con l’alibi di una indisponibilità economica che sarebbe minimale rispetto ai benefici sociali che se ne trarrebbero, preferiscono investire nell’allontanamento dall’ambito familiare e nel ricovero delle persone non autosufficienti, soluzione ben più costosa per tutta la collettività.
Non dovrebbe invece sfuggire, caro Matteo, che in tutti gli altri Paesi dell’Unione Europea con l’esclusione della sola Italia, anche in quelli che vivono una situazione economica pesantissima, la figura del Caregiver familiare viene affiancata e sostenuta con leggi specifiche per permettergli di continuare a svolgere la sua importante funzione in condizioni umane accettabili, e quindi per lungo tempo, senza dover invece soccombere alla fatica, e a sostegno di quel Welfare che senza questo impegno crollerebbe inesorabilmente.
Nel 2009 la ricercatrice Elizabeth Blackburn, come ti accennavo sopra, ha vinto il Premio Nobel per la Medicina con uno studio che ha scientificamente dimostrato che lo stress al quale sono sottoposti i Caregiver Familiari riduce le loro aspettative di vita dai 9 ai 17 anni rispetto al resto della popolazione, ma averlo reso noto a più riprese al potere legislativo italiano e a tutte le istituzioni coinvolte non ha sortito alcuno di quegli effetti che sarebbero stati considerati doverosi altrove. Ne’ è stato peraltro previsto – ad ulteriore conferma della totale indifferenza nei confronti dei Caregiver Familiari – il loro inserimento tra le categorie salvaguardate dalla Riforma Previdenziale che, basata sulle prolungate aspettative di vita della popolazione, ha invece incomprensibilmente esteso il loro impegno lavorativo che, non dimentichiamolo, si somma quotidianamente al lavoro di cura svolto per il proprio familiare.
Tuttavia ci sono anche molti Caregiver Familiari che invece il lavoro sono stati costretti ad abbandonarlo per garantire quel sostegno assistenziale indispensabile alla sopravvivenza del loro congiunto, colpevolmente ignorato dai servizi che dovrebbero invece supportarlo. In tutto il Paese, infatti vengono erogati a domicilio sostegni minimali, sulla base di parametri incomprensibilmente differenziati sul territorio nazionale, spesso basati sulla patologia dell’assistito invece che sulla misurazione obiettiva del livello di necessità. Questo trascina molte famiglie gravemente disabili verso un graduale impoverimento, fino alla totale indigenza, potendo disporre unicamente delle sole, minime provvidenze che lo Stato eroga alle persone con disabilità. Provvidenze che – in considerazione delle cifre estremamente esigue e mai sufficienti nemmeno al mantenimento delle condizioni di cura legate alla disabilità ne’ a bonificare veramente quel divario che la nostra Costituzione impone ai legislatori di colmare – sono state addirittura prese di mira per trasformarle, agli occhi delle istituzioni italiane, in reddito ossia in ricchezza disponibile.
Questa situazione sempre più gravosa per le Famiglie Caregiver, ormai costantemente sotto il ricatto di veder sottrarre al proprio nucleo affettivo il familiare con disabilità per il ricovero in Istituto – e questo infierire su condizioni di fragilità nel nostro Codice Civile viene definito “stato di schiavitù” alle cui moderne forme ha recentemente fatto riferimento anche Papa Francesco – ci ha costretti quindi alla rinuncia di tutti quei diritti che nel mondo vengono considerati come “fondamentali”.
Non senza amarezza per la presa d’atto di un fallimento che è da considerarsi di tutti i Cittadini italiani e allo scopo di sensibilizzare l’Unione Europea, cui il nostro Paese deve riferirsi anche per queste criticità, i Caregiver Familiari italiani hanno avviato una raccolta firme, che ha finora raccolto decine di migliaia di adesioni, inserita negli atti della Commissione UE per le Petizioni con procedura d’urgenza perché l’Italia venga sollecitata a trasformare le dichiarazioni di intenti relative alla valorizzazione delle famiglie e delle donne, in provvedimenti specifici che non si limitino a meri proclami politici ma che mirino veramente ad uscire da un periodo di gravissima crisi senza che a pagarla siano le fasce di cittadini italiani più fragili ed indifese. E l’Europa ci ha dato ragione! Nella sessione dello scorso 17 Settembre, nel corso di un’audizione del nostro Coordinamento presso la Commissione Petizioni a Bruxelles, la denuncia che in quell’ambito abbiamo portato ha suscitato grande stupore per le condizioni in cui vivono i Caregiver Familiari italiani e ha sortito l’impegno a sollecitare il Governo italiano a prendere provvedimenti adeguati.
Ti chiediamo quindi di inserire tra le priorità del tuo Governo la promozione del riconoscimento delle tutele minime per i Caregiver familiari – quali quelle sanitarie, previdenziali ed assistenziali – in considerazione del lavoro di cura di cui quotidianamente ci sobbarchiamo senza soluzione di continuità pur senza accesso a ferie, riposo notturno garantito, festività e nemmeno alla possibilità di ammalarci…
Ritieni quindi a tua disposizione una delegazione di Caregiver familiari che – compatibilmente con la nostra difficile condizione – faranno di tutto per partecipare personalmente ad un incontro di approfondimento che ti preghiamo di NON estendere a realtà che – pur autoarrogandosi il diritto di rappresentarci – mai hanno nemmeno tentato di abbozzare una seppur minima denuncia della nostra particolare ed impegnativa condizione umana.
In attesa di tue notizie che spero non tarderanno ad arrivare…
Maria Simona Bellini
Presidente Nazionale

martedì 20 ottobre 2015

Le chiavi del sorriso

Il Centro Socio Educativo dell’ANFFAS La Spezia organizza
in collaborazione con l’Associazione ORSA MINORE, POLISPORTIVA SPEZZINA ed il Gruppo Musicale WORK IN PROGRESS
il Concerto musicale con le Canzoni di Dalla e De Gregori
LA CHIAVI del SORRISO … WORK in PROGRESS 
for ANFFAS
Con la partecipazione di Simi Bianchi
Presenta Graziano Cesarotti
Il Concerto ha lo scopo di sostenere il Progetto Le Chiavi del Sorriso Laboratorio di ANFFAS La Spezia che coinvolge un gruppo di ragazzi del Centro un fine settimana al mese con operatori e volontari. L’obiettivo è di vivere in comunità per alleviare e dare sostegno alle famiglie e rendere i ragazzi autonomi nelle mansioni quotidiane per aumentare la loro autostima e l’inclusione nella Società.

Il Biglietto al costo di 7.00 euro può acquistato la sera del Concerto o in preventita al Centro ANFFAS dal lunedi al venerdi dalle 16.00 alle 18.00

giovedì 15 ottobre 2015

Il Dopo di noi nella manovra di Renzi

«La legge sul 'dopo di noi', nel 2016 va fatta. E metteremo i soldi nella legge di stabilità»: così ha detto ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi in un'intervista a Rtl 102.5. La proposta di legge è stata approvata a fine luglio dalla Commissione Affari Sociali della Camera (qui il testo unificato licenziato), ma era ferma per via della relazione tecnica chiesta al Governo dalla Commissione Bilancio, che voleva vederci chiaro sulle minori entrate che derivano dall’innalzamento da 530 euro a 750 euro della detraibilità delle spese assicurative finalizzate a tutelare una persona con disabilità grave.

mercoledì 25 febbraio 2015

Una firma contro la barbarie

Per mobilitare i cittadini contro l’ingiustificato inserimento della rendita INAIL nell’ISEE, l’ANMIL si è fatta promotrice di una petizione popolare per la quale saranno raccolte firme in tutt’Italia nelle oltre 500 Sedi dell’Associazione, in occasione di tre Open Day: Sabato 28 febbraio, Sabato 7 marzo e Sabato 14 marzo.
Gli andamenti finanziari ed i cambiamenti politici degli ultimi tempi hanno reso tutti più attenti e sensibili al ruolo che il lavoro occupa nell’ordinamento della società, sia come fonte di reddito che come forma primaria di emancipazione. L’ANMIL ribadirà che mai più le necessità produttive dovranno tornare a creare mancanza di prevenzione e di sicurezza per i lavoratori, comprimendone i diritti e costringendoli a rischiare la salute e la vita.
“Nelle giornate di Open Day la nostra Sede ANMIL di LA SPEZIA – dichiara il Presidente Territoriale – raccoglierà le firme di tutti i cittadini per una Petizione al Parlamento finalizzata ad escludere la rendita INAIL dal computo dell’ISEE, poiché il nuovo sistema entrato in vigore nel 2015 penalizza gli invalidi più gravi. Sono infatti proprio i grandi invalidi e gli infortunati con disabilità percentualmente più elevate a non poter beneficiare a pieno delle compensazioni previste dal nuovo calcolo ISEE. Essi subiscono quindi un ampio ed ingiustificato taglio dei benefici sociali finora goduti ed un aumento incondizionato delle quote di compartecipazione da pagare per ottenerli”.
“La nostra Associazione che raccoglie oltre 400.000 iscritti di cui oltre 4600 nella sola città di La Spezia – aggiunge il Presidente Ferrari Pierfrancesco - si batte da più di 70 anni per la salute e la sicurezza dei lavoratori, preoccupandosi che siano loro riconosciuti i diritti derivanti dall’assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Oggi, tali diritti sono in pericolo e tutti i lavoratori devono unirsi per difenderli, mentre coloro che hanno già subito un infortunio devono battersi insieme solidalmente, senza disperdere in mille rivoli l’energia necessaria a dare forza ed autorevolezza ai malati, agli invalidi, ai mutilati, alle vedove e agli orfani dei caduti sul lavoro”.
“Il tema della sicurezza sul lavoro merita maggiore attenzione perché nel 2013 (ultimo dato ufficiale disponibile) - commenta il Presidente  - nella sola nostra provincia abbiamo contato 3075 infortuni e 2 morti sul lavoro. Pertanto è necessario prestare ascolto ai numerosi bisogni di categorie di cittadini concretamente svantaggiati che si ritrovano spesso in difficoltà non solo per burocrazie ma anche perché mancano servizi di consulenza e assistenza qualificati; servizi che invece la nostra Associazione offre gratuitamente attraverso la propria rete con gli esperti del Patronato, del CAF, dell’Agenzia per il Lavoro, dell’Istituto di Formazione e Riabilitazione (IRFA), che sono supportati da professionisti molto sensibili alle loro problematiche.    
“Chiediamo, dunque, agli organi di informazione di partecipare e di dare risalto a questa iniziativa che riguarda tutti i cittadini e che rappresenta un passo importante per porre al centro dell’attenzione collettiva il valore del lavoro, da cui deriva benessere e prosperità per tutti, senza dover rischiare o perdere la salute e la vita”, conclude il Presidente ANMIL di LA SPEZIA, (PIERFRANCESCO FERRARI)


Per maggiori informazioni sulle Sedi dove si svolgeranno gli Open Day telefonare alla Sezione ANMIL di LA SPEZIA – Tel. 0187/736362

mercoledì 18 febbraio 2015

Il Tar del Lazio cancella una "porcata"!

COMUNICATO STAMPA

ISEE:  ANMIL-LA SPEZIA, DECISIONE DEL TAR PIENAMENTE IN LINEA CON LA DENUNCIA DELL’ANMIL


LA SPEZIA, 13 febbraio – È con soddisfazione che apprendiamo la notizia dell’accoglimento da parte del Tar del Lazio del ricorso presentato dai familiari dei disabili contro la riforma dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) entrata in vigore a inizio 2015, che ha introdotto un nuovo meccanismo di calcolo del reddito per l’accesso ad
aiuti e a prestazioni sociali agevolate, sfavorevole per le persone con disabilità più gravi.
I legali dei ricorrenti hanno ricevuto dal tribunale il dispositivo che, come divulgato tramite Facebook, dichiara l'Art. 4 del DPCM 159/2013 illegittimo nella parte in cui include nel computo ISEE le provvidenze economiche erogate dallo Stato a sostegno della disabilità.
Secondo i giudici amministrativi non è dato comprendere per quale ragione, nella nozione di reddito che dovrebbe riferirsi a incrementi di ricchezza idonei alla partecipazione alla componente fiscale di ogni ordinamento, sono stati compresi anche gli emolumenti riconosciuti a titolo meramente compensativo e/o risarcitorio a favore delle situazioni di disabilità, quali le indennità di accompagnamento, le pensioni INPS alle persone che versano in stato di disabilità e bisogno economico, gli indennizzi INAIL.
Una pronuncia, quella del Tar, pienamente in linea con quanto denunciato dall’ANMIL già nelle prime fasi di elaborazione del regolamento. Auspichiamo che ora il Governo prenda atto al più presto di questa importante pronuncia, risolvendo una questione che tutto il mondo della disabilità sta vivendo come una inaccettabile e ingiusta aggressione dei propri diritti.


ANMIL (ASSOCIAZIONE NAZIONALE FRA LAVORATORI  MUTILATI E INVALIDI DEL LAVORO) – LA SPEZIA

sabato 10 gennaio 2015

Parcheggi, cambia il contrassegno

L'Assessorato al traffico e mobilità del Comune della Spezia (ma la cosa riguarda tutti i comuni) ricorda che, secondo quanto indicato nel D.P.R. 30 luglio 2012, n. 151, entro il 15 settembre 2015 tutti i contrassegni disabili emessi dovranno essere sostituiti dal Contrassegno Unificato Disabili Europeo (C.U.D.E.). 
Pertanto gli intestatari di contrassegno antecedente a tale norma (contrassegni gialli)  dovranno provvedere alla  sostituzione. Per farlo occorre presentare richiesta su apposito modello (SOSTITUZIONE) che può essere scaricato dal sito oppure ritirato presso lo "Sportello Polivalente Imprese". (Salone anagrafe - piano terra – Comune – piazza Europa). La domanda dovrà essere  corredata da  2 fotografie formato fototessera e copia del documento di identità. Al momento del ritiro il Disabile dovrà provvedere alla firma del documento presso lo sportello di consegna.
Qualora oltre alla sostituzione occorresse rinnovare il contrassegno perché prossimo alla scadenza, questo potrà essere fatto contestualmente presentando domanda su apposito modello (RINNOVO/DUPLICATO)  scaricabile dal sito oppure ritirato presso lo "Sportello Polivalente Imprese". (Salone anagrafe - piano terra – Comune – piazza Europa)  ed occorrerà consegnare all'ufficio anche la certificazione medica prevista dalla legge:
a) per contrassegni permanenti il certificato del medico curante che attesti il permanere delle condizioni che hanno determinato il rilascio del contrassegno iniziale
b) nel caso di contrassegni provvisori il certificato dell'ASL che attesti la condizione di deambulazione sensibilmente ridotta come indicato all'art.381 del Regolamento al Codice della Strada.

Ma perché non dire "Basta!!!!"?


http://palermo.repubblica.it/cronaca/2015/01/10/news/scuola_la_sicilia_il_regno_della_legge_104-104635743/