mercoledì 31 ottobre 2012

Sventato un complotto ai danni dei disabili


Una delegazione della FISH (federazione italiana superamento handicap) è stata protagonista di una audizione alla Commissione Affari Sociali dell Camera dove è in esame lo schema del decreto che rivede le Tabelle usate per valutare l’invalidità civile. Secondo la FISH il testo è inemendabile.
Va aggiunto subito che grazie all'azione della Fish è stato probabilmente svelato un altro complotto ai danni dei disabili italiani, un complotto che fra l'altro avrebbe posto l'Italia fuori dalle norme stabilite dalle Nazioni Unite.
Basta ricordare che questo schema di decreto discende da un articolo di legge che aveva per titolo ‘Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile’ [art. 20, Legge 102/2009, NdR] per capire che l’interesse primario non sia quello della tutela della salute delle persone”. Così commenta Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, all’uscita da Montecitorio.
La FISH ha espresso in Commissione tutte le sue critiche, a partire dalla patente violazione dei principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata dall’Italia nel 2009: la visione è puramente sanitaria, senza alcuna attenzione alle difficoltà e agli ostacoli all’inclusione e alle pari opportunità.
Le nuove procedure, a causa delle numerose ulteriori certificazioni specialistiche previste, produrrebbero un aumento dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale e del Cittadino. Una complicazione e un sovraccarico che mal si coniugano con le recenti tendenze alla semplificazione amministrativa e alla spending review.
La Federazione contesta anche la debolezza, inadeguatezza e arretratezza scientifica dello strumento di valutazione che si continua ad adottare. Si pensi solo che il concetto di “incapacità lavorativa generica” risale agli anni Venti del Novecento.
Al contempo, lo schema di decreto, incredibilmente, non fornisce alcuna indicazione per la valutazione specifica degli atti quotidiani della vita, cioè del requisito principale per accedere all’indennità di accompagnamento, preferendo lasciare carta bianca all’INPS.
Nei prossimi giorni chiederemo al Ministro Balduzzi di ritirare lo schema di decreto e di avviare un confronto per giungere a criteri di valutazione della disabilità rispettosi dei principi fissati da un atto internazionale sottoscritto e ratificato anche dal nostro Paese: la Convezione ONU sui diritti della persone con disabilità”.
Con soddisfazione si segnala che al termine dell’audizione l’onorevole Miotto ha anticipato che il Gruppo del PD chiederà il ritiro dello schema di decreto. Una profonda revisione viene chiesta anche dall’onorevole Porcu (PdL). Di cultura del sospetto, quale retropensiero del documento in discussione, parla l’onorevole Binetti (UDC) invitando i colleghi a suggerire il ritiro dello schema di decreto.

lunedì 22 ottobre 2012

Per i disabili 23 euro all'anno di spesa


Da Fish, federazione italiana superamento handicap:
Non è un fulmine a ciel sereno il dato che il Censis presenta nella sua indagine sui bisogni e i diritti ignorati delle persone con disabilità. Con 438 euro pro-capite annui, l’Italia si colloca molto al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea (531 euro) nella graduatoria delle risorse destinate alla protezione sociale delle persone con disabilità.
In Francia si arriva a 547 euro all’anno, in Germania a 703 euro, nel Regno Unito a 754 euro, e solo la Spagna (395 euro) si colloca più in basso del nostro Paese.
In Italia la spesa media pro-capite per i servizi ai disabili è di 23 euro l’anno. La media europea è cinque volte tanto (125 euro). Meno della metà della Spagna (55 euro). Meno di un decimo della Germania (255 euro).
Sono anni che denunciamo – inascoltati! – questa gravissima situazione, raccogliendo silenzio ed indifferenza. E annotando, anno dopo anno, la progressiva inesorabile regressione delle risorse a disposizione del sociale. E con esse una deriva caritatevole delle politiche”.
Lo denuncia Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, proseguendo:“Il disegno di legge di Stabilità prosegue inesorabilmente nel solco segnato da chi ci ha governato negli ultimi anni, sul tracciato della convinzione che la spesa sociale sia un costo improduttivo da comprimere ed eliminare. Non troviamo alcuna nuova risorsa aggiuntiva nemmeno in questa manovra, mentre nel Paese sale una disperata e sempre più diffusa protesta”.
Il 31 ottobre a Roma si terrà una grande mobilitazione (40 associazioni dell’impegno civile hanno già aderito) che non a caso ha assunto la denominazione “Cresce il welfare, Cresce l’Italia!”. Ma le manifestazioni sono già diffuse in tutta Italia.
A Roma il Comitato 16 novembre manifesta già da giorni, con presidi e scioperi della fame, per richiedere adeguate e certe risorse per i disabili gravissimi e contributi per garantire la permanenza dignitosa presso la propria abitazione.
Oggi è il 18° giorno di sciopero della fame di Giovanni Battista Pesce, segretario nazionale dell’Associazione Italiana Contro l’Epilessia, che protesta contro il “Decreto Balduzzi” che rende oneroso l’acquisto di due farmaci antiepilettici (Keppra-UCB e Topamax-Janssen-Cilag), allargando successivamente l’iniziativa al rispetto del diritto di tutte le persone affette da patologie croniche e invalidanti.
A queste e alle altre iniziative di appassionata e disperata protesta civile la FISH esprime tutta la propria solidarietà e il proprio sostegno – rassicura Barbieri – Ci sconforta il silenzio e la disattenzione di chi ci governa che dovrebbe conoscere i dati e i fatti, se non le situazioni personali, tanto quanto sono noti a noi”.

venerdì 19 ottobre 2012

Qualcuno non la racconta giusta


Con 438 euro pro-capite annui, lItalia si colloca molto al di sotto della media dei Paesi dell’Unione europea (531 euro) nella graduatoria delle risorse destinate alla protezione sociale delle persone con disabilità. In Francia si arriva a 547 euro per abitante all’anno, in Germania a 703 euro, nel Regno Unito a 754 euro, e solo la Spagna (395 euro) si colloca più in basso del nostro Paese.
Ancora più vistosa è la sproporzione tra le misure erogate sotto forma di benefici cash, ossia di prestazioni economiche, e quelle in natura, ossia sotto forma di beni e servizi. In quest’ultimo caso il valore pro-capite annuo in Italia non raggiunge i 23 euro, cioè meno di un quinto della spesa media europea (125 euro), un importo lontanissimo dai 251 euro della Germania e pari a meno della metà perfino della spesa rilevata in Spagna (55 euro).
È quanto emerge da una ricerca promossa dalla Fondazione Cesare Serono e realizzata dal Censis sui bisogni ignorati delle persone con disabilità, basata sul confronto con gli altri Paesi europei dell’offerta di servizi per cronici e disabili da parte della sanità italiana. 

Caro amico, ti scrivo. Ma so che non mi leggerai

Lettere | Decreto "Salva Italia": diversamente abile scrive a Napolitano

Stimatissimo Presidente della Repubblica Dott. Giorgio Napolitano,
chi Le scrive è una persona diversamente abile che vive a San Giovanni Rotondo, paese famoso nel mondo per la presenza delle spoglie di San Pio da Pietrelcina, il cui scopo non è quello di porre alla Sua cortese attenzione la consueta lettera nella quale La si informa di un violazione o atto di discriminazione nei confronti della categoria di cittadini italiani a cui si appartiene, ma per focalizzare la Sua attenzione sull'art.5 del decreto "cosiddetto salva-Italia" n. 214/2011.
Tale articolo dovrebbe ridisegnare il sistema di calcolo dell'ISEE che così come è impostato andrebbe a creare una nuova categoria di poveri formata dai disabili e dalle loro famiglie in quanto li priverebbe di quella "misera" pensione d'invalidità e dell'accompagnamento che, in tantissimi casi, costituisce l'unica fonte di sostentamento per sopravvivere e per provvedere alla cura e all'assistenza personale.
Con questo sistema si andrebbe a calcolare non più il reddito personale del disabile ma quello del nucleo familiare riducendogli o privandolo del tutto della pensione e dell'indennità di accompagnamento e altri servizi che lo Stato ha l'obbligo costituzionale di garantire.
Ora mi chiedo: sarò costretto a delinquere detenendo e/o spacciando sostanze stupefacenti o svolgendo altre attività illecite che mi garantiranno delle somme di danaro per la mia sopravvivenza? Sono giunto a questa drastica decisione in quanto le forme civili e democratiche attuate di continuo da numerose associazioni di categoria sono state inattese in una logica che deve ridurre il debito pubblico a discapito delle classi disagiate. La causa di tutto siamo noi disabili?
Noi che non solo dobbiamo affrontare quotidianamente enormi difficoltà vere ci sentiamo chiamati in causa come se il declino del nostro paese fosse colpa nostra e non di scelte poco ponderate dei nostri governanti di tutti gli schieramenti politici degli ultimi 30 anni.
Onestamente, signor presidente, ho poca fiducia che questa mia lettera possa pervenire alla Sua attenzione per ovvi motivi (perché nessuno la pubblicherà in qualche giornale o per canali istituzionali) ma ho molta fiducia nelle altre persone disabili che mi aiuteranno a divulgarla il più possibile attraverso i social network nella speranza di ottenere un poco di solidarietà e di non dover realmente attuare i propositi descritti.
Comunque vada ringrazio tutti coloro che hanno dedicato un po' della loro preziosa attenzione alla lettura della presente lettera.
Dott.Antonino De Bonis
Via Giuseppe Saragat,11
71013 San Giovanni Rotondo (FG)


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lunedì 15 ottobre 2012

Disabili, il massacro continua


Tratto da Osservatorio sulla legalità e sui diritti onlus

Disabili e invalidi penalizzati dal governo: manifestazione a Roma
di Tamara Gallera*
Pessime novità per le fasce deboli della società nel disegno di legge sulla stabilità approvato dal Consiglio dei Ministri del 9 ottobre e che ora passa alle Camere per la discussione, gli emendamenti e l’approvazione finale.
Non è a tutt'oggi noto l'articolato del ddl governativo, ma il governo ha dichiarato che vi si prevede l'assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità, con la conseguenza di tagliare un beneficio a chi già ha molte difficoltà, ma anche di far divenire soggetti d'imposta i disabili ad oggi a carico della famiglia. Si è già prospettata l'introduzione dell'indennità di accompagnamento nell'isee, si tagliano i permessi per i familiari ai sensi della legge 104, si tassano le pensioni, si tagliano i trasferimenti ai comuni, i servizi diminuiscono o scompaiono. I disabili hanno perso tutte le agevolazioni sulla casa e si vedono ridotte drasticamente detrazioni e deduzioni. Anche i tagli alla scuola pubblica ed alla sanità contenuti nella legge di stabilità penalizzano prevalentemente le persone svantaggiate.
La Federazione Associazioni Nazionali dei Disabili della Toscana, "preso atto dei contenuti della Legge di stabilità varata dal Governo che ancora una volta colpisce lo Stato sociale", ha manifestato la propria indignazione contro tali misure che penalizzano "una larga parte dei beneficiari dei permessi della legge 104 per l'assistenza a persone con disabilità gravi" e prevedono "l'assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità".
L'Osservatorio sulla legalità e sui diritti Onlus reputa "vergognose ed inaccettabili le misure introdotte dal governo nel disegno di legge sulla stabilità che colpiscono prevalentemente le fasce deboli della popolazione, già ripetutamente colpite, negli ultimi anni, da tagli finanziari, ridimensionamenti di servizi e aumento dei requisiti per il diritto agli aiuti". " Un intervento realmente efficace e indolore (per gli svantaggiati) che il governo invece non ha previsto e che potrebbe essere introdotto dal parlamento è un controllo sullo sfruttamento dei disabili ed invalidi che avviene con i costi ingustificatamente alti dei presìdi medico-chirurgici previsti per tali categorie", ha affermato il presidente dell'Osservatorio, Rita Guma: "Un governo che dice di volersi battere contro la corruzione dovrebbe, piuttosto che rivedere la spesa per i figli più deboli della società, fare luce su questo e da questo recuperare i fondi".
"Già negli scorsi giorni e settimane abbiamo più volte denunziato la situazione di grave difficoltà che si sta imponendo, taglio dopo taglio – in ultimo quelli della spending review - , al sistema di welfare e protezione sociale del nostro Paese ed abbiamo proclamato uno stato di mobilitazione permanente della nostra Associazione con la costituzione di unità di crisi a tutti i livelli", ha affermato Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. Per Speziale, "Un Paese che si definisce civile e che ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità non può costantemente operare scelte che sacrificano persone e famiglie già costantemente vessate, in situazioni di svantaggio e spesso al limite della povertà e dell’esclusione sociale".
L'appuntamento a Roma è mercoledì 31 ottobre: un’intera giornata di mobilitazione e proposte organizzata dalla Rete "Cresce il welfare, cresce l’Italia", che comprende 40 organizzazioni sociali e sindacali. Previsti in mattinata flash mob in vari punti della città e un presidio in Piazza Montecitorio, mentre al pmeriggio in Piazza Farnese si alterneranno sul palco testimonianze dal sociale e musica. L’obbiettivo della manifestazione è quello di chiedere al governo di frenare, nella manovra di bilancio 2013, sui tagli al sociale e rilanciare invece le politiche di welfare per lo sviluppo dell’Italia, rifinanziando i fondi azzerati (Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, Fondo per la non autosufficienza, Fondo per l’infanzia) a sostegno delle fasce di popolazione più svantaggiate.
* si ringrazia Massimo Vita