Sulla Nazione del 4 gennaio, in risposta a
un lettore che paventava il rischio della cancellazione, da parte del governo,
di un diritto acquisito qual è l’indennità di accompagnamento per i disabili
gravi, il direttore Mauro Tedeschini ha scritto: “Concludo ribadendo che, per
quanto grave sia la crisi, il mantenimento degli aiuti ai portatori di
disabilità gravi è una linea del Piave da difendere con le unghie e con i
denti. Questo è un Paese con mille difetti, ma sa anche essere tanto, tanto
solidale. Se vuole”.
Una posizione che mi fa molto piacere,
considerando il fatto che il 19 aprile scorso proprio sulla Nazione sotto il
titolo “La voragine degli invalidi”, il senatore Pdl Giuliano Cazzola, già
autorevole esponente del gruppo di direttori della Poligrafici Editoriale, società che edita La Nazione stessa, riferendosi
all’indennità di accompagnamento diceva che a suo avviso per la concessione
dell’indennità non dovrebbe valere la condizione del disabile, ma solo il suo
reddito. Un’opinione che anticipava l’emanazione da parte del governo
Berlusconi della delega per la riforma fiscale e assistenziale (ddl 4566) la
quale guarda caso prevede di fatto la cancellazione di quell’indennità. È
dunque motivo di consolazione sapere che il direttore della Nazione non la
pensa come il suo ex collega Cazzola e che sarà dalla parte dei disabili in
questa battaglia di civiltà.
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