mercoledì 31 ottobre 2012

Sventato un complotto ai danni dei disabili


Una delegazione della FISH (federazione italiana superamento handicap) è stata protagonista di una audizione alla Commissione Affari Sociali dell Camera dove è in esame lo schema del decreto che rivede le Tabelle usate per valutare l’invalidità civile. Secondo la FISH il testo è inemendabile.
Va aggiunto subito che grazie all'azione della Fish è stato probabilmente svelato un altro complotto ai danni dei disabili italiani, un complotto che fra l'altro avrebbe posto l'Italia fuori dalle norme stabilite dalle Nazioni Unite.
Basta ricordare che questo schema di decreto discende da un articolo di legge che aveva per titolo ‘Contrasto alle frodi in materia di invalidità civile’ [art. 20, Legge 102/2009, NdR] per capire che l’interesse primario non sia quello della tutela della salute delle persone”. Così commenta Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, all’uscita da Montecitorio.
La FISH ha espresso in Commissione tutte le sue critiche, a partire dalla patente violazione dei principi della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità ratificata dall’Italia nel 2009: la visione è puramente sanitaria, senza alcuna attenzione alle difficoltà e agli ostacoli all’inclusione e alle pari opportunità.
Le nuove procedure, a causa delle numerose ulteriori certificazioni specialistiche previste, produrrebbero un aumento dei costi a carico del Servizio Sanitario Nazionale e del Cittadino. Una complicazione e un sovraccarico che mal si coniugano con le recenti tendenze alla semplificazione amministrativa e alla spending review.
La Federazione contesta anche la debolezza, inadeguatezza e arretratezza scientifica dello strumento di valutazione che si continua ad adottare. Si pensi solo che il concetto di “incapacità lavorativa generica” risale agli anni Venti del Novecento.
Al contempo, lo schema di decreto, incredibilmente, non fornisce alcuna indicazione per la valutazione specifica degli atti quotidiani della vita, cioè del requisito principale per accedere all’indennità di accompagnamento, preferendo lasciare carta bianca all’INPS.
Nei prossimi giorni chiederemo al Ministro Balduzzi di ritirare lo schema di decreto e di avviare un confronto per giungere a criteri di valutazione della disabilità rispettosi dei principi fissati da un atto internazionale sottoscritto e ratificato anche dal nostro Paese: la Convezione ONU sui diritti della persone con disabilità”.
Con soddisfazione si segnala che al termine dell’audizione l’onorevole Miotto ha anticipato che il Gruppo del PD chiederà il ritiro dello schema di decreto. Una profonda revisione viene chiesta anche dall’onorevole Porcu (PdL). Di cultura del sospetto, quale retropensiero del documento in discussione, parla l’onorevole Binetti (UDC) invitando i colleghi a suggerire il ritiro dello schema di decreto.

lunedì 22 ottobre 2012

Per i disabili 23 euro all'anno di spesa


Da Fish, federazione italiana superamento handicap:
Non è un fulmine a ciel sereno il dato che il Censis presenta nella sua indagine sui bisogni e i diritti ignorati delle persone con disabilità. Con 438 euro pro-capite annui, l’Italia si colloca molto al di sotto della media dei Paesi dell’Unione Europea (531 euro) nella graduatoria delle risorse destinate alla protezione sociale delle persone con disabilità.
In Francia si arriva a 547 euro all’anno, in Germania a 703 euro, nel Regno Unito a 754 euro, e solo la Spagna (395 euro) si colloca più in basso del nostro Paese.
In Italia la spesa media pro-capite per i servizi ai disabili è di 23 euro l’anno. La media europea è cinque volte tanto (125 euro). Meno della metà della Spagna (55 euro). Meno di un decimo della Germania (255 euro).
Sono anni che denunciamo – inascoltati! – questa gravissima situazione, raccogliendo silenzio ed indifferenza. E annotando, anno dopo anno, la progressiva inesorabile regressione delle risorse a disposizione del sociale. E con esse una deriva caritatevole delle politiche”.
Lo denuncia Pietro Barbieri, presidente della Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, proseguendo:“Il disegno di legge di Stabilità prosegue inesorabilmente nel solco segnato da chi ci ha governato negli ultimi anni, sul tracciato della convinzione che la spesa sociale sia un costo improduttivo da comprimere ed eliminare. Non troviamo alcuna nuova risorsa aggiuntiva nemmeno in questa manovra, mentre nel Paese sale una disperata e sempre più diffusa protesta”.
Il 31 ottobre a Roma si terrà una grande mobilitazione (40 associazioni dell’impegno civile hanno già aderito) che non a caso ha assunto la denominazione “Cresce il welfare, Cresce l’Italia!”. Ma le manifestazioni sono già diffuse in tutta Italia.
A Roma il Comitato 16 novembre manifesta già da giorni, con presidi e scioperi della fame, per richiedere adeguate e certe risorse per i disabili gravissimi e contributi per garantire la permanenza dignitosa presso la propria abitazione.
Oggi è il 18° giorno di sciopero della fame di Giovanni Battista Pesce, segretario nazionale dell’Associazione Italiana Contro l’Epilessia, che protesta contro il “Decreto Balduzzi” che rende oneroso l’acquisto di due farmaci antiepilettici (Keppra-UCB e Topamax-Janssen-Cilag), allargando successivamente l’iniziativa al rispetto del diritto di tutte le persone affette da patologie croniche e invalidanti.
A queste e alle altre iniziative di appassionata e disperata protesta civile la FISH esprime tutta la propria solidarietà e il proprio sostegno – rassicura Barbieri – Ci sconforta il silenzio e la disattenzione di chi ci governa che dovrebbe conoscere i dati e i fatti, se non le situazioni personali, tanto quanto sono noti a noi”.

venerdì 19 ottobre 2012

Qualcuno non la racconta giusta


Con 438 euro pro-capite annui, lItalia si colloca molto al di sotto della media dei Paesi dell’Unione europea (531 euro) nella graduatoria delle risorse destinate alla protezione sociale delle persone con disabilità. In Francia si arriva a 547 euro per abitante all’anno, in Germania a 703 euro, nel Regno Unito a 754 euro, e solo la Spagna (395 euro) si colloca più in basso del nostro Paese.
Ancora più vistosa è la sproporzione tra le misure erogate sotto forma di benefici cash, ossia di prestazioni economiche, e quelle in natura, ossia sotto forma di beni e servizi. In quest’ultimo caso il valore pro-capite annuo in Italia non raggiunge i 23 euro, cioè meno di un quinto della spesa media europea (125 euro), un importo lontanissimo dai 251 euro della Germania e pari a meno della metà perfino della spesa rilevata in Spagna (55 euro).
È quanto emerge da una ricerca promossa dalla Fondazione Cesare Serono e realizzata dal Censis sui bisogni ignorati delle persone con disabilità, basata sul confronto con gli altri Paesi europei dell’offerta di servizi per cronici e disabili da parte della sanità italiana. 

Caro amico, ti scrivo. Ma so che non mi leggerai

Lettere | Decreto "Salva Italia": diversamente abile scrive a Napolitano

Stimatissimo Presidente della Repubblica Dott. Giorgio Napolitano,
chi Le scrive è una persona diversamente abile che vive a San Giovanni Rotondo, paese famoso nel mondo per la presenza delle spoglie di San Pio da Pietrelcina, il cui scopo non è quello di porre alla Sua cortese attenzione la consueta lettera nella quale La si informa di un violazione o atto di discriminazione nei confronti della categoria di cittadini italiani a cui si appartiene, ma per focalizzare la Sua attenzione sull'art.5 del decreto "cosiddetto salva-Italia" n. 214/2011.
Tale articolo dovrebbe ridisegnare il sistema di calcolo dell'ISEE che così come è impostato andrebbe a creare una nuova categoria di poveri formata dai disabili e dalle loro famiglie in quanto li priverebbe di quella "misera" pensione d'invalidità e dell'accompagnamento che, in tantissimi casi, costituisce l'unica fonte di sostentamento per sopravvivere e per provvedere alla cura e all'assistenza personale.
Con questo sistema si andrebbe a calcolare non più il reddito personale del disabile ma quello del nucleo familiare riducendogli o privandolo del tutto della pensione e dell'indennità di accompagnamento e altri servizi che lo Stato ha l'obbligo costituzionale di garantire.
Ora mi chiedo: sarò costretto a delinquere detenendo e/o spacciando sostanze stupefacenti o svolgendo altre attività illecite che mi garantiranno delle somme di danaro per la mia sopravvivenza? Sono giunto a questa drastica decisione in quanto le forme civili e democratiche attuate di continuo da numerose associazioni di categoria sono state inattese in una logica che deve ridurre il debito pubblico a discapito delle classi disagiate. La causa di tutto siamo noi disabili?
Noi che non solo dobbiamo affrontare quotidianamente enormi difficoltà vere ci sentiamo chiamati in causa come se il declino del nostro paese fosse colpa nostra e non di scelte poco ponderate dei nostri governanti di tutti gli schieramenti politici degli ultimi 30 anni.
Onestamente, signor presidente, ho poca fiducia che questa mia lettera possa pervenire alla Sua attenzione per ovvi motivi (perché nessuno la pubblicherà in qualche giornale o per canali istituzionali) ma ho molta fiducia nelle altre persone disabili che mi aiuteranno a divulgarla il più possibile attraverso i social network nella speranza di ottenere un poco di solidarietà e di non dover realmente attuare i propositi descritti.
Comunque vada ringrazio tutti coloro che hanno dedicato un po' della loro preziosa attenzione alla lettura della presente lettera.
Dott.Antonino De Bonis
Via Giuseppe Saragat,11
71013 San Giovanni Rotondo (FG)


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lunedì 15 ottobre 2012

Disabili, il massacro continua


Tratto da Osservatorio sulla legalità e sui diritti onlus

Disabili e invalidi penalizzati dal governo: manifestazione a Roma
di Tamara Gallera*
Pessime novità per le fasce deboli della società nel disegno di legge sulla stabilità approvato dal Consiglio dei Ministri del 9 ottobre e che ora passa alle Camere per la discussione, gli emendamenti e l’approvazione finale.
Non è a tutt'oggi noto l'articolato del ddl governativo, ma il governo ha dichiarato che vi si prevede l'assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità, con la conseguenza di tagliare un beneficio a chi già ha molte difficoltà, ma anche di far divenire soggetti d'imposta i disabili ad oggi a carico della famiglia. Si è già prospettata l'introduzione dell'indennità di accompagnamento nell'isee, si tagliano i permessi per i familiari ai sensi della legge 104, si tassano le pensioni, si tagliano i trasferimenti ai comuni, i servizi diminuiscono o scompaiono. I disabili hanno perso tutte le agevolazioni sulla casa e si vedono ridotte drasticamente detrazioni e deduzioni. Anche i tagli alla scuola pubblica ed alla sanità contenuti nella legge di stabilità penalizzano prevalentemente le persone svantaggiate.
La Federazione Associazioni Nazionali dei Disabili della Toscana, "preso atto dei contenuti della Legge di stabilità varata dal Governo che ancora una volta colpisce lo Stato sociale", ha manifestato la propria indignazione contro tali misure che penalizzano "una larga parte dei beneficiari dei permessi della legge 104 per l'assistenza a persone con disabilità gravi" e prevedono "l'assoggettabilità ad IRPEF delle pensioni di guerra e di invalidità".
L'Osservatorio sulla legalità e sui diritti Onlus reputa "vergognose ed inaccettabili le misure introdotte dal governo nel disegno di legge sulla stabilità che colpiscono prevalentemente le fasce deboli della popolazione, già ripetutamente colpite, negli ultimi anni, da tagli finanziari, ridimensionamenti di servizi e aumento dei requisiti per il diritto agli aiuti". " Un intervento realmente efficace e indolore (per gli svantaggiati) che il governo invece non ha previsto e che potrebbe essere introdotto dal parlamento è un controllo sullo sfruttamento dei disabili ed invalidi che avviene con i costi ingustificatamente alti dei presìdi medico-chirurgici previsti per tali categorie", ha affermato il presidente dell'Osservatorio, Rita Guma: "Un governo che dice di volersi battere contro la corruzione dovrebbe, piuttosto che rivedere la spesa per i figli più deboli della società, fare luce su questo e da questo recuperare i fondi".
"Già negli scorsi giorni e settimane abbiamo più volte denunziato la situazione di grave difficoltà che si sta imponendo, taglio dopo taglio – in ultimo quelli della spending review - , al sistema di welfare e protezione sociale del nostro Paese ed abbiamo proclamato uno stato di mobilitazione permanente della nostra Associazione con la costituzione di unità di crisi a tutti i livelli", ha affermato Roberto Speziale, presidente nazionale di Anffas Onlus – Associazione Nazionale Famiglie di Persone con disabilità intellettiva e/o relazionale. Per Speziale, "Un Paese che si definisce civile e che ha ratificato la Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità non può costantemente operare scelte che sacrificano persone e famiglie già costantemente vessate, in situazioni di svantaggio e spesso al limite della povertà e dell’esclusione sociale".
L'appuntamento a Roma è mercoledì 31 ottobre: un’intera giornata di mobilitazione e proposte organizzata dalla Rete "Cresce il welfare, cresce l’Italia", che comprende 40 organizzazioni sociali e sindacali. Previsti in mattinata flash mob in vari punti della città e un presidio in Piazza Montecitorio, mentre al pmeriggio in Piazza Farnese si alterneranno sul palco testimonianze dal sociale e musica. L’obbiettivo della manifestazione è quello di chiedere al governo di frenare, nella manovra di bilancio 2013, sui tagli al sociale e rilanciare invece le politiche di welfare per lo sviluppo dell’Italia, rifinanziando i fondi azzerati (Fondo Nazionale per le Politiche Sociali, Fondo per la non autosufficienza, Fondo per l’infanzia) a sostegno delle fasce di popolazione più svantaggiate.
* si ringrazia Massimo Vita

sabato 26 maggio 2012

Privatizziamo la signora Fornero


Dal sito della Fish (federazione italiana superamento handicap):
Non si può pensare che lo Stato sia in grado di fornire tutto in termini di trasferimenti e servizi’’. Lo ha dichiarato il Ministro del Lavoro Elsa Fornero durante il convegno Autonomia delle persone con disabilità: un nuovo contributo per assicurarla (Reatech, Milano, 25 maggio).

venerdì 25 maggio 2012

Macelleria sociale, i disabili si mobilitano

In vista della giornata di mobilitazione annunciata per mercoledì 13 giugno, presso la sede della Regione Lombardia (Piazza Duca d'Aosta, Milano, ore 11), dalle associazioni aderenti alla Ledha (Lega per i Diritti delle Persone con Disabilità) - componente regionale lombarda della Fish (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap) - iniziativa lanciata all'insegna dello slogan No ai tagli, sì alla Vita Indipendente e all'Inclusione nella Società!, la stessa LEDHA ha ora prodotto un documento che si conclude con una serie di precise richieste al Governo Nazionale, alla Regione e ai Comuni della Lombardia.

venerdì 18 maggio 2012

Il governo tranquillizza i disabili, ma...

Alle 16,50 di oggi Palazzo Chigi ha diffuso una nota nella quale si afferma: «In riferimento ad alcuni articoli stampa, il governo dichiara che è priva di ogni fondamento la notizia che si possa utilizzare la riforma dell'Isee per operare un taglio della spesa sociale, a partire dall'indennità di accompagnamento per i disabili».
Messe così le cose parrebbe scongiurato il pericolo di una cancellazione di fatto dell'indennità di accompagnamento che, secondo le maggiori organizzazioni nazionali dei disabili italiani, Fand e Fish, il governo avrebbe avuto l'intenzione di legare al reddito stravolgendo completamente, attraverso una radicale revisione dell'Isee, le intenzioni del legislatore che aveva istituito quella provvidenza finanziaria a titolo della minorazione del disabile.

giovedì 17 maggio 2012

Uniti contro un'operazione ignobile


La Manovra Monti, approvata a larga maggioranza, ha delegato il Governo a rivedere i criteri di calcolo e gli ambiti di applicazione dell’ISEE.
L’ISEE, indicatore delle situazione economica equivalente, è lo strumento usato per stabilire il diritto all’accesso a molti servizi e prestazioni sociali e per fissare l’eventuale partecipazione alla spesa. Si ricorre all’ISEE per l’accesso agli asili nido, al trasporto e alle mense scolastiche, ai servizi per gli anziani e per i disabili, alle agevolazioni tariffarie su elettricità e gas e molto altro.
Uno strumento che interessa milioni di famiglie italiane, in particolare quelle in maggiore difficoltà.

mercoledì 16 maggio 2012

Ma il Quirinale non ha nulla da dire?


L'ufficio disabili della Cgil nazionale, la Fand (la Federazione delle associazioni dei disabili) e la Fish (Federazione italiana per il superamento dell'handicap) si schierano nettamente contro l'ipotesi di riforma dell'Isee, circolata in questi giorni.
"E' inaccettabile qualsiasi ipotesi di ulteriore taglio allo stato sociale e alla dignita' delle persone con disabilita' - sottolineano in una nota -. I tagli sono messi in conto con il pretesto di una riorganizzazione di tutto il sistema del Welfare italiano, ma e' incomprensibile e inaccettabile che si parta sempre dai piu' deboli. In realta', siamo alle solite: si continuano a tutelare le componenti piu' forti della societa' e nello stesso tempo si continuano a indebolire i cittadini gia' duramente colpiti dalla vita e che compiono veri e propri miracoli ogni giorno per assicurare a loro stessi e alle loro famiglie una vita dignitosa".
"In particolare - concludono Fand e Fish e Cgil - le ipotesi, se corrispondessero al vero, di riforma dell'Isee prevedono di includere assegni, pensioni e indennita' di accompagnamento nel computo generale dei redditi, infliggendo l'ennesimo durissimo colpo ai diritti di cittadinanza faticosamente conquistati in anni di lotte. Si tratta, infatti, di prestazioni economiche che garantiscono livelli essenziali di vita a persone che hanno perso la capacita' di produrre reddito o non sono autosufficienti".
Ma il presidente della repubblica Giorgio Napolitano, padre putativo del governo Monti e quindi moralmente responsabile della sue azioni, non ha nulla da dire?

martedì 1 maggio 2012

Consiglio di Stato: vale l'Isee personale


di Salvatore Nocera
Vicepresidente nazionale della FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell’Handicap, Responsabile del Settore Legale dell’Osservatorio Scolastico dell’Associazione Italiana Persone Down.
È una Sentenza molto interessante e dovrebbe porre fine ai tanti conflitti di questi ultimi anni, quella emessa qualche settimana fa dal Consiglio di Stato, ove si riaffermato il principio secondo il quale per le persone con grave disabilità e per gli anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti accertati dalle ASL, la contribuzione ai costi – rispetto alla fruizione di servizi domiciliari, diurni o residenziali in percorsi sociosanitari – deve avvenire sulla base del solo ISEE personale e non familiare. Ma sono anche altri i punti controversi sui quali tale provvedimento cerca di fare chiarezza
ROMA. La quinta Sezione del Consiglio di Stato, con la Sentenza n. 1607 del 15 febbraio scorso, depositata il 17 marzo successivo, ha riaffermato il principio secondo il quale per le persone con grave disabilità ai sensi dell’articolo 3, comma 3 della Legge 104/92, e per gli anziani ultrasessantacinquenni non autosufficienti accertati dalle ASL, la contribuzione ai costi – rispetto alla fruizione di servizi domiciliari, diurni o residenziali in percorsi sociosanitari – deve avvenire sulla base del solo ISEE personale e non familiare [l'ISEE è l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente, N.d.R.].
Sempre nella medesima Sentenza, viene ribadita inoltre la distinzione tra le persone con gravi disabilità da quelle con disabilità non gravi. Per queste ultime, infatti, è possibile tenere conto dell’ISEE familiare, includendosi nel calcolo anche i familiari tenuti agli alimenti, al solo fine di verificare la disponibilità economica dell’interessato, effettiva o potenziale.
Ciò non significa assolutamente che anche ad essi possa essere richiesta la contribuzione, cosa espressamente esclusa dal Consiglio di Stato sulla base del Codice Civile, il quale consente solo all’interessato di chiedere gli alimenti, mentre non può farlo il Comune, in via surrogatoria, in caso di inerzia dell’interessato stesso.
Il principio definitivamente chiarito dal Consiglio di Stato è importante e dovrebbe porre termine ai continui conflitti su questo punto.
Ma la Sentenza di cui parliamo ha anche risolto una serie di altri problemi interessanti:
1. Ha affermato il diritto alla legittimazione delle associazioni cui appartengono gli interessati a promuovere i ricorsi, quando ciò sia previsto nel loro statuto.
2. Quando i Comuni chiedono i dati personali dei parenti tenuti agli alimenti non violano la normativa sulla privacy, poiché quei dati servono a calcolare la condizione economica delle persone con disabilità non grave.
3. Il Consiglio di Stato, inoltre – modificando un precedente orientamento espresso in un parere della Sezione Consultiva dello stesso -, ha affermato che il riferimento all’ISEE personale è un «livello essenziale», contenuto nell’articolo 3, comma 2 ter del Decreto Legislativo 130/00, che deve quindi essere garantito in modo uniforme su tutto il territorio nazionale e non è modificabile da singole leggi regionali, le quali possono invece graduare diversamente l’ammontare dell’ISEE familiare per le persone con disabilità non grave. E ciò anche in assenza del decreto governativo previsto dalla norma sopracitata, poiché essa ha un valore semplicemente organizzativo che non può annullare un principio stabilito dall’articolo 117 della Costituzione.
A tale affermazione il Consiglio di Stato perviene sulla base anche della lettura della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata dall’Italia con la Legge 18/09, che vieta di trattare nello stesso modo persone con disabilità grave e non grave.
4. Riguardo allo specifico del trasporto, il Consiglio di Stato ritiene legittimo tener conto del fatto che una persona goda o meno dell’indennità di accompagnamento, non tanto perché essa costituisca reddito, ma perché quest’ultima è un beneficio e non sembra corretto sommare ad essa un altro beneficio, come appunto l’agevolazione sul costo del trasporto. Ovviamente, invece, essa è compatibile con la contribuzione ai costi sulla base dell’ISEE personale.
5. Infine il Consiglio di Stato ha stabilito che gli alunni con disabilità abbiano diritto ad avere il trasporto gratuito anche per la frequenza delle scuole superiori, secondo i princìpi indicati nella famosa Sentenza della Corte Costituzionale 215/87, che garantì appunto il diritto al trasporto alle scuole superiori alle stesse condizioni della scuola elementare e media, per le quali esso è espressamente previsto dall’articolo 28, comma 1 della Legge 118/71.
Per tutti questi motivi, dunque, si tratta di una Sentenza quanto mai interessante, che merita certamente di essere diffusa il più possibile.
(testo tratto da www.farcela.org) 

venerdì 27 aprile 2012

Welfare, da Monti altro colpo di scure


Welfare sempre più a rischio per il taglio nazionale del 93% delle risorse per servizi indispensabili.  Dopo il grido di allarme lanciato dal presidente della conferenza delle Regioni Vasco Errani anche gli assessori regionali al welfare chiedono al Governo la difesa dello stato sociale e dei più deboli attraverso il riassetto dei servizi. Lo spiega l’assessore alle politiche sociali della Regione Liguria e coordinatrice degli assessori per la conferenza delle regioni, Lorena Rambaudi.
“Non si può proseguire sulla strada dei pesanti tagli imposti negli ultimi anni – dice Rambaudi – soprattutto in un momento in cui la richiesta di servizi è triplicata. Serve un riassetto del sistema che punti su pochi obiettivi strategici: infanzia, non autosufficienza, lotta alla povertà, emergenza abitativa e disagio”. A livello nazionale per far ripartire il sistema servirebbero almeno 1,5 miliardi e a livello ligure 45 milioni di euro. ”Le risorse – dice Rambaudi – potrebbero essere ricavate dal  ripristino delle somme destinate alle politiche sociali e previste dalle norme sul prolungamento dell’età pensionabile delle donne, dall’altro dalla lotta all’evasione fiscale, dalle entrate del gioco e dai risparmi derivanti dalle spese per gli armamenti”. Secondo Rambaudi ridurre le politiche sociali vuol dire anche contrarre e i posti di lavoro diffusi sul territorio e accessibili ad una vasta platea di giovani. “Se le politiche del Governo non saranno modificate – conclude l’assessore ligure – il risultato è che i cittadini avranno il 40 per cento in meno dei servizi”.

giovedì 26 aprile 2012

Altra prova di rigore del governo Monti

“La bocciatura dell'istituzione di un fondo di 150 milioni di euro per i disabili da parte del governo Monti, una somma equivalente a quanto si spende per due mesi e mezzo di missione in Afghanistan, e' un atto gravissimo che allontana ancor di piú l'Italia dal modello sociale europeo”. A dirlo e' l'europarlamentare e capodelegazione Idv Niccoló Rinaldi, commentando il parere negativo del sottosegretario alle Politiche sociali Cecilia Guerra, fornito nel corso dell’ultima audizione della Commissione Affari sociali della Camera, all'istituzione del fondo per la disabilitá. “Giá preferire un modello economico che salva le banche e taglia il welfare e' censurabile – ha osservato l'eurodeputato -. In quest'ambito, poi, ridurre drasticamente i fondi per i disabili gravi nel momento in cui restano senza familiari che li possano accudire, il cosiddetto fondo per il ‘dopo di noi’, è davvero incredibile, vergognoso e crudele”.
Secondo l'europarlamentare, il parere negativo del governo “e' un pessimo segnale politico che, se confermato, potrebbe ridurre alla disperazione milioni di famiglie: in Italia vivono 2,6 milioni di disabili gravi, di cui un terzo giovani. Spero, dunque, in un sussulto di dignitá dell'esecutivo: portare la spesa sociale per disabili, anziani e minori dell'Italia oltre l'attuale misero 0,4% del Pil ora e' davvero un imperativo di civiltá”.

martedì 27 marzo 2012

Attentato ai diritti acquisiti dei disabili


FISH - Federazione italiana superamento handicap


Considerazioni sulla revisione dello strumento dell’indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) e dei suoi ambiti di applicazione. (articolo 5, Legge 22 dicembre 2011, n. 214) marzo 2012.

Sommario
1. Premessa 3
2. L’indicatore della situazione reddituale e le scale di equivalenza 6
3. L’indicatore della situazione patrimoniale 10
4. La differenziazione delle prestazioni 13
5. Campo di applicazione ISEE a breve termine 15
6. Controlli e banca dati delle prestazioni sociali agevolate 22
Sintesi 25
Testo articolo 5, Legge 22 dicembre 2011, n. 214 28

lunedì 27 febbraio 2012

Si fa presto a dire: "State tranquilli!"


Dal sito istituzionale dell’onorevole Ileana Argentin:

Roma, 22 feb. – (Adnkronos) – “La cosa importante che va evidenziata è che si è creato una sorta di allarmismo sui tagli ai disabili, che non ha nulla di vero, come hanno assicurato il ministro Fornero e il sottosegretario Guerra ieri in commissione. Non verrà messo in discussione né l’assegno di accompagno, né le pensioni, né nessun tipo di sostegno economico ai disabili. Quindi è molto importante bloccare questo allarmismo: non si fa demagogia sui disabili”.
Lo ha detto all’Adnkronos Ileana Argentin, responsabile dei diritti della disabilità del Pd e membro della Commissione Affari Sociali della Camera.

venerdì 17 febbraio 2012

Il diritto di vivere con dignità

La disabilità e la non autosufficienza sono fattori di impoverimento dei singoli e delle famiglie: maggiori spese, minore capacità di produzione del reddito, minore accesso alle opportunità di impiego, rinuncia al lavoro e alla carriera da parte dei familiari che si dedicano all'assistenza. Riguarda le famiglie povere, i ceti medi, i più abbienti: impoverisce tutti.

Se a guidare questa revisione saranno ancora le vetuste logore logiche, sapientemente propalate dal precedente ministro dell'Economia, milioni di famiglie non avranno nulla di buono da attendersi. I nuovi criteri saranno mirati solo a far spendere meno allo Stato scaricando ulteriori costi sui nuclei, sui singoli, su chi cerca autonomia e dignità personale. Se le «autorevoli» tecniche di analisi saranno quelle di chi effettua i calcoli ad uso e consumo degli obiettivi di cassa, ancora una volta saranno considerati solo i costi dello Stato e non quelli delle famiglie.

Troppo diffusamente in questi giorni si ipotizza di considerare le pensioni agli invalidi e gli assegni sociali come se fossero un reddito, al pari delle rendite finanziarie: tassare l'assistenza. Troppo spesso, più soffusamente, si diffonde il convincimento, anche da parte di insospettabili, che bisogna stringere sull'indennità si accompagnamento (490 euro al mese): oltre a non essere in grado di svolgere gli atti quotidiani della vita, bisognerà dimostrare pure di essere indigenti e che la propria famiglia sia alla miseria. Scenari tutt'altro che rassicuranti per quella che è un'emergenza nazionale a cui il movimento delle persone con disabilità tenterà in tutti i modi di opporsi, ben sapendo che è in gioco il futuro, l'inclusione o la reclusione, la miseria o la dignitosa sopravvivenza. La «disabilità» non è una lobby: è una condizione che attraversa in orizzontale, in verticale, e pure in diagonale, la nostra collettività. Che non ha bisogno di carità, pietà, elemosina e forse nemmanco di solidarietà, ma di diritti certi e opportunità al pari degli altri.

Pietro Barbieri 

Presidente FISH, Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap
Lettera al Corriere della sera

Tutti i numeri di un dramma

«Circa 80 milioni di cittadini europei sono affetti da una qualche forma di disabilità. Tale cifra, tradotta in termini percentuali, è pari al 16% della popolazione europea. In altri termini, almeno un europeo su 4 ha un familiare disabile». Lo ha detto il commissario Antonio Tajani in una audizione al gruppo Ppe dell'europarlamento.

giovedì 16 febbraio 2012

Signori politici, da che parte state?

Da Superando.it


Una manifestazione di protesta è stata indetta per martedì 21 febbraio Roma, in Piazza Montecitorio (ore 10.30-13.30) dal Movimento Disabili Rinnovamento Democratico (Nulla su di Noi, Niente senza di Noi) e dal gruppo di Facebook Disabili in Lotta dalla Delega all'Azione.
«L'iniziativa - spiegano i promotori - comprenderà tre forme di partecipazione: la manifestazione con la presenza in Piazza Montecitorio a Roma di tutte le persone con disabilità che fisicamente saranno in grado di farlo; l'invio di una lettera di protesta al ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Elsa Fornero, con un testo già da noi predisposto, da parte di chi non potrà essere a Roma, a causa della sua grave disabilità; nello stesso giorno della manifestazione, infine, le famiglie delle persone con disabilità e i Cittadini con loro solidali attueranno uno sciopero della spesa, recando al braccio ben visibile la stringa: "Appoggio la lotta dei disabili contro lo sterminio dei loro diritti"».

Anche fisicamente, dunque, le persone con disabilità che aderiranno all'iniziativa intendono protestare contro alcuni NO, ribaditi recentemente dal Governo, vale a dire il no a un'indennità di accompagnamento concessa al solo titolo della minorazione, quale diritto inviolabile, il no all'esclusione dall'ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) delle provvidenze legate alla disabilità e il no all'eliminazione delle parti relative ai disabili dall'articolo 5 della Legge 214/11, quello appunto riguardante l'ISEE.
«Tutto ciò - dichiarano ancora i coordinatori della protesta - mette a rischio le indennità di accompagnamento, le pensioni di invalidità e quelle dei ciechi civili e sordomuti, ma anche i servizi come l'assistenza domiciliare, la riabilitazione, la permanenza nei centri diurni, i trasporti agevolati, il badantato, l'assistenza infermieristica, il sostegno scolastico, l'assegno sociale, l'assegno di cura, insomma, tutte le altre provvidenze legate alla disabilità. Chiediamo dunque che dall'articolo 5 della Legge 214/11 venga eliminata la parte relativa ai disabili; che l'indennità di accompagnamento venga ancora concessa al solo titolo della minorazione e sia considerata come un diritto inviolabile; che tutte le provvidenze relative alla disabilità siano tenute fuori dall'ISEE; che le spese dei servizi forniti alle persone con disabilità dal Sistema Sanitario Nazionale siano gratuite; che gli ausili per la mobilità, la comunicazione, e l'autonomia, per  la vita indipendente, vengano forniti dallo Stato, con la compartecipazione  agevolata da parte dell'interessato in base al reddito personale; che sia garantito il sostegno scolastico ed extrascolastico e il diritto al lavoro».
E concludono: «Noi disabili non consentiremo di essere ridotti agli "arresti domiciliari" rigettati alle condizioni di vita degli anni Cinquanta. Per questo lotteremo a oltranza contro lo sterminio, contro il negazionismo dei nostri diritti e contro la cancellazione della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ratificata dal'Italia[Legge 18/09, N.d.R.]. La nostra lotta proseguirà dopo la manifestazione del 21 febbraio in varie forme. Chiamiamo pertanto alla solidarietà e tutti i cittadini e i lavoratori dei servizi sociosanitari e del comparto della disabilità». (S.B.)

sabato 11 febbraio 2012

Nel ricordo di una brava persona


Un gesto d’amore, e di solidarietà, nel nome di Marco. L’altra mattina Angela Versace, vedova di Marco Guidotti, scomparso lo scorso settembre, ha donato al reparto di nefrologia dell’ospedale Sant’Andrea una carrozzella che potrà senz’altro essere molto utile ai pazienti dializzati. Lo ha fatto nel ricordo del marito, ma nel nome della Fondazione dopo di noi “Oltre l’orizzonte” – organizzazione della quale Marco era fondatore e soprattutto straordinario animatore – che si occuperà di garantire un dignitoso e sereno futuro alle persone disabili rimaste sole al mondo. Alla breve cerimonia di consegna sono intervenuti il primario della divisione di nefrologia Giuseppe Rombolà, il presidente della Fondazione “Oltre l’orizzonte” Attilio Ferrero, la dottoressa Patrizia Saracini in rappresentanza del direttore generale dell’Asl 5 Gianfranco Conzi e del direttore del distretto sanitario del golfo Stefania Silvano (impossibilitati a partecipare, come avrebbero voluto, perché convocati d’urgenza in Regione), il presidente dell’associazione Amici del rene Pierfausto Repetto, e la dottoressa Cozzani della direzione sanitaria del Sant’Andrea. Angela Guidotti era accompagnata dalla figlia Arianna. Ferrero ha voluto assicurare il massimo impegno del C.d.A. e dei fondatori per la futura attività della Fondazione, mentre Rombolà ha parlato della situazione di tante famiglie che si trovano da un giorno all’altro di fronte a prove personali molto difficili. Tutti hanno voluto però ricordare la figura di Marco Guidotti, una persona schietta, appassionata e generosa, temprata da lunghe lotte nel mondo del lavoro e impegnato in prima persona nelle battaglie per il miglioramento delle condizioni di vita di tanti disabili. 

venerdì 10 febbraio 2012

Un aiuto per chi da solo non ce la fa


 Il 27gennaio scorso è iniziato alla Spezia un corso di formazione per amministratori di sostegno. L'iniziativa è frutto della collaborazione tra il Centro servizi per il volontariato Vivere Insieme, i Distretti Sociosanitari 17, 18 e 19, la Cancelleria civile del Tribunale, l'Ordine degli avvocati ed il Comune della Spezia
L' amministratore di sostegno è una figura di appoggio e di protezione socio-assistenziale, espressamente prevista dalla legge.
La Normativa (legge 6/04) sancisce, infatti, la finalità di tutelare, con la minore limitazione possibile della capacità di agire, le persone prive di tutto o in parte di autonomia nell'espletamento delle funzioni della vita quotidiana, mediante interventi di sostegno temporaneo o permanente".
Diventare Amministratore di Sostegno di una persona "fragile" non significa provvedere alla sua assistenza, ma assumere l'impegno ad aiutarla per migliorarne la qualità di vita, svolgendo quegli adempimenti che altrimenti non potrebbero essere eseguiti dalla persona stessa (ciò nei limiti di quanto disposto dal Giudice Tutelare). Anziani con patologie invalidanti, persone con disabilità, persone con dipendenze o con problemi psichici sono alcuni dei possibili destinatari. Quest'innovativa figura di protezione sociale riceve l’incarico, temporaneo o permanente, mediante un provvedimento del giudice tutelare
Con questo corso, articolato in otto giornate, rivuole far conoscere la figura dell'amministratore di sostegno offrendo una panoramica delle diverse dimensioni che la compongono: giuridica, relazionale, sociale e socio-sanitaria .Nel contempo si permette a coloro che hanno dato la loro disponibilità di acquisire la preparazione per svolgere al meglio questo compito e predisporre gli interventi più adatti a soddisfare i bisogni delle persone assistite.
Al corso partecipano circa 40 persone , volontari familiari , professionisti , studenti .
Non occorre essere degli esperti, il primo requisito è rappresentato da quel naturale senso di solidarietà sociale che spinge ad offrire aiuto a chi non è totalmente autosufficiente e autonomo.
Al termine del corso verrà rilasciato un attestato di partecipazione e le persone formate potranno rimanere a disposizione del tribunale per essere incaricate nella tutela delle persone fragili 

Dov'è la differenza?


MILANO - «Un pazzo costa allo Stato 4 marchi al giorno, uno storpio 5,50, un criminale 3,50...». Iniziava così un problema del manuale di matematica nella Germania nazista del 1940: lo scolaro doveva calcolare, senza quei pesi, quanto si poteva risparmiare. Alla larga dai paragoni provocatori, ma che razza di Paese è quello che taglia i fondi ai disabili? Ed è lecito che sfrutti fino in fondo, come denuncia il Censis, le famiglie che si fanno carico giorno dopo giorno, spesso eroicamente, dell'assistenza?


Comincia così un articolo di Gian Antonio Stella (che desidero ringraziare) pubblicato ieri 9 febbraio 2012 sul Corriere della sera. Per chi volesse leggerlo, ho condiviso il testo integrale su Facebook

mercoledì 8 febbraio 2012

Impedire lo scempio dello Stato sociale

Lettere aperta di Ida Sala di ENIL Italia (European Network on Independent Living) al ministro del lavoro e delle politiche sociali pubblicata da Superando-it.

Gentile Ministra Elsa Fornero, mi rivolgo a lei da donna a donna, sapendo che le sta a cuore la valorizzazione di ognuna di noi.
Vivo una vita normale, quella che ho voluto; cerco di seguire una mia linea di condotta, curo la mia persona, leggo, mi tengo informata. Non sono sposata, non ho figli; a 57 anni ho collezionato la mia dose di "insuccessi" sentimentali, ma continuo a tessere il mio mondo di relazioni e affetti, con il solo dispiacere di non potere stare più vicina a mia madre, soprattutto ora che ne avrebbe bisogno, per una questione di chilometri e di organizzazione.
Conduco normali rapporti di vicinato; mi occupo della mia casa, cerco di limitare consumi e rifiuti, faccio una buona raccolta differenziata, sebbene il mio Comune dimostri scarso interesse in materia. Compro al discount, vesto con l'usato. Ho tagliato, per risparmiare, su cinema, ristorante, bar, gite e vacanze. Pago i tributi, chiedo sempre (quasi) lo scontrino fiscale.
Pratico da anni una vita associativa ormai indispensabile (ENIL Italia* è il nome dell'associazione a cui aderisco), partecipo un po' alla politica locale e svolgo qualche ora di volontariato (un brutto termine per dire che condivido un po' del mio italiano con degli amici immigrati).
Ho un diploma di Istituto Magistrale. Dei miei vani tentativi di lavorare preferisco tacere perché occorrerebbe un capitolo apposito.

È evidente che non sono in cerca di elogi, vorrei soltanto mostrarle alcune delle banali, ma necessarie azioni che mi posso permettere solo perché posso contare su una precondizione fondamentale: avere alle mie dipendenze tre assistenti personali (una convivente e due che si alternano nei fine settimana), che ogni giorno mi alzano, mi coricano, mi preparano per uscire, mi accompagnano e mi assistono, anche di notte, ovunque io sia, in base alle necessità da me espresse e secondo le procedure che ho loro insegnato.
Sono infatti affetta da una malattia degenerativa che mi ha reso pressoché inutilizzabili gambe e braccia, ha compromesso i muscoli del tronco, del collo e della respirazione e, più di recente, avverto un po' di difficoltà nella masticazione e nella deglutizione. Fa più impressione dirlo che sperimentarlo, ma non sto cercando di impressionarla, cerco piuttosto di aiutarla a capire che con gli aiuti giusti una donna come me può vivere una vita dignitosa, piacevole, stimolante, nonostante la disabilità, o meglio, a partire da essa.
L'impianto di assistenza personale autogestita cui ho accennato è finalizzato, tecnicamente parlando, alla realizzazione del mio progetto di Vita Indipendente (in base alla Legge 162/98). È costato alla collettività nel 2011 più di 34.000 euro, anche  se non dovrei  rendere pubbliche queste cifre, per non scatenare nel Comasco inutili guerre fratricide.
È un importo che comprende gli stipendi, i contributi previdenziali, le ferie, le malattie, le tredicesime, l'anzianità e i trattamenti di fine rapporto delle assistenti personali. Sono escluse le spese di vitto e alloggio che ho tratto dai 767 euro mensili di pensione e assegno d'accompagnamento, con cui devo provvedere al pagamento delle bollette e al mio mantenimento.
Sfido ogni Regione a pubblicare i costi diretti e indiretti che gli istituti, le residenze sociosanitarie e altre tipologie di intervento impiegano, e richiedono ai contribuente, per riprodurre se stesse, non importa se a prezzo della nostra segregazione.

Pur trattandosi di una cifra significativa - quella che mi viene assegnata - posso assicurarle che si tratta di un costo fin troppo contenuto, un po' perché sono costretta ad applicare i contratti al minimo contrattuale e un po' perché non basta a soddisfare tutto il mio fabbisogno assistenziale, a un terzo del quale ho rimediato in parte con l'aiuto di amiche e amici (un aiuto che dura da decenni, ma quando potranno riprendersi la loro libertà?) e in parte non rimediandoci affatto (a mio rischio e pericolo).
Il fatto è che la disabilità costa molto alle donne e agli uomini con disabilità e anche alle loro famiglie perché essi devono farsi carico di costi che non sono necessari a chi disabile non è.
Per questo sgomenta che nel cosiddetto "Decreto Salva-Italia", l'attuale Governo abbia pensato di introdurre, nel calcolo dell'ISEE la disabilità come produttrice di reddito[l'ISEE è l'Indicatore della Situazione Economica Equivalente. Il riferimento è alle possibili opzioni indicate dall'articolo 5 della Legge 214/11, N.d.R.]. A una simile assurdità faccio osservare che la disabilità è uno svantaggio di cui faremmo tutte e tutti volentieri a meno e che i contributi per la Vita Indipendente, così come l'indennità di accompagnamento, è necessario che siano sempre riconosciuti al solo titolo della minorazione grave.
Di essi, come di altre garanzie, abbiamo estrema necessità, come dell'aria e dell'acqua, per vivere. E, contemporaneamente, per vivere in condizioni di uguaglianza con gli altri, Cittadine e Cittadini senza disabilità.
Se approverete questo criterio di calcolo del reddito, persone come me, paradossalmente, risulterebbero "ricche" e, per questo motivo, destinate a subire ulteriori riduzionidi quei benefìci necessari a far fronte alla disabilità o addirittura ad esserne escluse.
Alla gran parte del costo della mia assistenza personale autogestita hanno provveduto il Distretto e il Comune, e per un sesto la Regione, ma il 2012 si è già presentato con premesse di limitazioni e incertezze, dovute ai tagli riservati al Fondo Nazionale per le Politiche Sociali.
Ecco un'altra ingiustizia, mi perdoni, che sommata alla precedente contribuisce a sottrarci l'insieme dei nostri diritti inviolabili, cioè la vita stessa.

Ci sono istituzioni, associazioni, cooperative o persone - e sono purtroppo le più ascoltate - che "campano sulla disabilità", vendendo loro "aria fritta" (corsi, consulenze, progetti di vita mortificanti) o che pensano di risolvere i problemi delle donne e  degli uomini con disabilità privandoli del diritto di scelta e propinando loro soluzioni assistenziali preconfezionate, come, appunto, le strutture residenziali, oppure con servizi a domicilio striminziti, gravosi, avvilenti.
Ci vuole lungimiranza o forse basta un po' di buon senso per rendersi conto che è più vantaggioso, sia in termini di diritti sia dal punto di vista dell'economia reale, investire nei progetti di Vita Indipendente delle persone con disabilità, nella loro intraprendenza, nella loro voglia di vivere, dando sostanza a quelli che la nostra Costituzione considera diritti inviolabili garantiti.
Forse come donna si sentirà colpita quanto me dalla storia di R., madre di due bambini, che alla sua pressante richiesta di un finanziamento per l'assunzione di assistenti personali, si è sentita raccomandare dall'assistente sociale e dall'avvocatura del suo Comune della Campania meridionale, di «non insistere ulteriormente, per il suo bene», altrimenti «le autorità potrebbero provvedere d'ufficio all'affido dei minori in istituto o ad altra famiglia»! O dalla storia di E., che a 31 anni suonati non può andare a vivere con il suo compagno, non con il suo misero stipendio o con quello di lui, perchè il suo Comune dice di non avere soldi e comunque non ha previsto di spenderli per questo tipo di intervento.
E poi, sempre per rimanere con uno sguardo su un altro versante femminile, vorrei mostrare a lei - che prima che politico e studioso è donna - come investire sull'indipendenza delle donne (e degli uomini) con disabilità può essere un'ottima impresa per la collettività. Le mie assistenti assicurano un'entrata alle loro famiglie, certo scarsa, ma provo ancora soddisfazione quando ricordo che l'anno scorso, grazie alla sua intraprendenza e alla disponibilità della collega che le ha ceduto parte delle ore, una di loro ha potuto traghettare dignitosamente la sua famiglia fuori dalla condizione disperata in cui era caduta dopo il licenziamento del marito. Ovviamente mantenendo io il controllo della mia organizzazione!
Sono ignorante di teorie economiche, ma cosa c'è di più economicamente reale, vitale e paritario di una relazione come quella in cui io, donna o uomo con disabilità, retribuisco qualcuna/o di mia scelta perché, attraverso il suo lavoro, condizione necessaria per la vita di ognuno, mi assicuri la libertà di autodeterminare le mie scelte di vita, condizione necessaria per la mia dignità e integrità fisica e mentale?
Pensi anche a quante madri e mogli e compagne e sorelle, sgravate dal dover accudire i loro cari con disabilità e da ogni senso di colpa, potrebbero aprirsi a nuovi orizzonti professionali, creativi, culturali, relazionali!

Spero di aver saputo narrarle fin qui quello che con parole più colte l'amico sociologo Claudio Roberti,  vicepresidente di ENIL Italia, esprime così: «Il nostro welfare sfonda i significati e le funzioni della semplice assistenza, entrando nei diritti antropologici vitali».
Completo quanto ho da dire con questo appello sempre di Claudio Roberti: «La vulgata politica imposta in questi anni vuole dipingerci a tutti i costi come dei "falsi invalidi" oppure, in ogni caso, come un inutile peso di cui liberarsi in qualche modo. Evidentemente, le cose non stanno in questi termini e tanti indicatori lo dimostrano. Signor Ministro, lei è una studiosa di profilo accademico, pertanto le chiediamo che il necessario cambiamento attinente alla nostra condizione antropologico sociale fondi su fatti scientifici e non su stereotipi radicati in false opinioni vertenti a soluzioni manichee dannose a noi e al sistema Paese. Ad esempio, il recente studio-documento preparato da ENIL Italia in materia di modello ISEE ([lo si legga nel nostro sito cliccando qui, N.d.R.], dimostra che una moltitudine di persone disabili italiane sono da tempo nelle condizioni di elaborare strumenti analitici meritevoli di attenzione e risposte adeguate».

Non manchi, la prego, di accordarci la sua presenza e accoglienza durante gli appuntamenti dell'Osservatorio Nazionale sulla Condizione delle Persone con Disabilità, Gruppo 3, che si svolgono al Ministero, in via Fornovo, cui ENIL Italia partecipa insieme alla FISH (Federazione Italiana per il Superamento dell'Handicap): le sarà di grande aiuto!
Infine, personalmente le chiedo lo sforzo di andare a incontrare le persone con disabilità che presto** saranno in Piazza Montecitorio: non hanno santi in paradiso, ma un sacco di ragioni da vendere!

*ENIL Italia (European Network of Independent Living).
**Una manifestazione di protesta era infatti prevista per l'8 febbraio, ma è stata rinviata a data da destinarsi, a causa delle proibitive condizioni meteorologiche.